Difesa e sistemazione idraulica
Le opere di difesa e sistemazione idraulica sono quegli interventi tipici dell’ingegneria naturalistica, che sono impiegati per il sostegno ed il consolidamento di scarpate, per la regimazione di piccoli corsi d’acqua, arginature, briglie e difese spondali.
L’azione combinata delle piante vive utilizzate come materiale di rivestimento e di consolidamento superficiale attraverso la penetrazione delle radici nel terreno, in abbinamento con materiali inerti tradizionali (legno, pietra, metallo) e di nuova concezione (geostuoie, biostuoie, ecc.) consente di realizzare interventi particolarmente efficaci per la sistemazione dei versanti e dei corsi d’acqua .
Si riesce con queste tecniche a limitare l’azione erosiva degli agenti meteorici e garantendo nel contempo, il consolidamento ed il reinserimento paesaggistico di scarpate e superfici degradate sia da fattori naturali (dissesto idrogeologico) che antropici (cave, discariche,opere infrastrutturali, ecc.).
Tali metodologie d’intervento sfruttano essenzialmente le particolari caratteristiche biotecniche di alcune specie vegetali (infatti, particolari specie vegetali "pioniere" hanno apparati radicali tali da poter consolidare efficacemente, con l’aiuto di opere minori di arginatura e regimazione, sponde versanti e scarpate, garantendo un’efficace effetto drenante dovuto alla loro elevata capacità di traspirazione).
Gli interventi realizzati in questa tipologia di lavori e le immagini riportate, si riferiscono adopere eseguite in aree montane della Versilia in Toscana, per il consolidamento dei versanti in frana dopo l’alluvione del giugno 1996, nonché su aree calanchive del Centro Italia nel Lazio ed in Umbria. Per quanto riguarda gli interventi in Versilia, sul versante occidentale delle Alpi Apuane, le prime opere eseguite sono state quelle necessarie al ripristino della viabilità interrotta dalleì frane che aveva isolato i centri abitati di monte.Gli interventi sono stati realizzati con le tecniche delle terre armate, delle gabbionate in pietrame, dei muri in legname e nei casi più gravi anche con interventi più strutturali con l’utilizzo di micropali e tiranti in acciaio.
Successivamente si è intervenuti nella ripulitura e ricalibratura dei corsi d’acqua ostruitidalle frane e nella sistemazione idraulica dei versanti. Le opere eseguite sono manufatti di contenimento trasversale realizzate tramite briglie in legname e pietrame, canalette di raccolta delle acque in legname e geostuoie, viminate, fascinate.
Le stesse tecniche costruttive sono state adottate anche nella realizzazione dei cantieri in aree calanchive argillose del Centro Italia, calibrando gli interventi in funzione delle diverse caratteristiche geomorfologiche dei terreni da consolidare ed utilizzando specie vegetali autoctone.