Consolidamento centri abitati instabili:

Civita di Bagnoregio

Nell’area di Civita di Bagnoregio sono state progettate e realizzate tipologie di consolidamento dei fenomeni di crollo che hanno tenuto in debita considerazione gli aspetti logistici, cantieristici, di sicurezza, conoscitivi ed ambientali. In particolare si è cercata una soluzione che minimizzasse gli impatti esecutivi, sin dalla fase di cantieristica (la rupe di Civita si affaccia sulla ben nota valle dei calanchi, la quale poteva risultare disturbata negli equilibri ecosistemici se attraversata da strade percorse da mezzi di cantiere), e massimizzasse l’efficacia dell’intervento, eliminando i pericoli di crollo presenti. Inoltre, qualsiasi intervento doveva tener conto dell’estrema precarietà dei luoghi, evitando quindi il ricorso a mezzi meccanici che potevano trasferire notevoli vibrazioni alle aree limitrofe tutt’ora degradate, come pure evitare il ricorso a ponteggi esterni, pericolosi nell’ubicazione al disotto delle aree in crollo e degradanti per l’impatto paesaggistico.

Sulla base del quadro così delineato si è deciso di stabilizzare la formazione dei tufi compatti (ignimbriti massive, con caratteri geomeccanici ascrivibili alla famiglia delle rocce tenere) attraverso pozzi cavi in c.a.; questi, ubicati a ridosso del fronte di frana, consentono di realizzare, verso l’esterno, elementi di bonifica e di collegamento dei massi instabili (chiodi, tiranti e iniezioni) e, verso l’interno della rupe, di trasferire nel masso litoide interno le forze tramite ancoragi profondi.

I tiranti di ancoraggio hanno la funzione di fornire un contenimento laterale alla parete della rupe e soprattutto di contrastare fenomeni di ribaltamento, distacco o crollo di porzioni consistenti di roccia. 

Ciò  viene realizzato tramite l'ancoraggio della fascia più esterna, di caratteristiche meccaniche più degradate a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici e/o antropici, ad una zona più interna della rupe tufacea dotata di migliori caratteristiche meccaniche. Inoltre, in virtù della loro disposizione, i tiranti di ancoraggio consentono di ridurre la componente verticale del carico nella zona del bordo inferiore della rupe e cioè in corrispondenza delle zone di contatto con i tufi stratificati, litotipi questi ultimi a più scadenti caratteristiche meccaniche. La chiodatura iniettata ha lo scopo di garantire la stabilità di porzioni di roccia di dimensioni medio-piccole, soggette ad instabilità per scivolamento (cunei di roccia), ribaltamento o crollo; realizza inoltre un miglioramento diffuso della qualità dell'ammasso roccioso più esposto al fenomeno di degrado, soprattutto per l'effetto legante con miscele cementizie nell'intasamento delle fratture parietali.